Un piccolo imprenditore delle zone limitrofe, proprietario di una piccola azienda nel settore della ristorazione, si trovò in gravi difficoltà economiche. La sua attività, che in precedenza era prospera, subì un drastico calo di fatturato nel 2021, portando l’imprenditore ad accumulare debiti significativi: 80.000 euro nei confronti del fisco, 60.000 euro verso banche, e altri 40.000 euro con fornitori e altri creditori, per un totale di 180.000 euro.
Nonostante i suoi sforzi per riprendersi, l’imprenditore non riuscì a risolvere la situazione e si trovò a rischio di perdere la sua abitazione, una casa del valore di circa 120.000 euro, che costituiva l’unico bene di proprietà della sua famiglia. Le banche avevano già avviato la procedura per mettere l’immobile all’asta, con una valutazione che non avrebbe coperto nemmeno la metà del debito totale. L’imprenditore temeva non solo di perdere la casa, ma anche di rimanere con un debito residuo che avrebbe continuato a perseguitarlo.
Decise di rivolgersi al nostro studio legale di Rimini, specializzato in diritto fallimentare e nelle procedure di sovraindebitamento. Dopo un’attenta analisi della situazione, l’avvocato dello studio suggerì di avviare immediatamente una procedura di sovraindebitamento attraverso la liquidazione del patrimonio, ai sensi della normativa vigente.
Grazie a questa strategia, l’immobile venne comunque messo in vendita, ma il ricavato, seppur inferiore al valore di mercato, fu sufficiente a coprire parte dei debiti. Tuttavia, la grande vittoria fu che, con la conclusione della procedura di sovraindebitamento, l’imprenditore riuscì a ottenere l’esdebitazione, cioè la cancellazione di tutti i debiti residui, non solo quelli coperti dalla vendita dell’immobile.
Questo risultato permise all’imprenditore non solo di evitare ulteriori azioni esecutive e di proteggere in parte il suo patrimonio, ma soprattutto di ripartire da zero, libero dai debiti che altrimenti lo avrebbero perseguitato per tutta la vita. Grazie alla competenza e all’intervento tempestivo dello studio legale, l’imprenditore ha ricostruito la propria vita senza l’incubo del debito pendente, ora gestisce un affermato Bar.
Difficoltà a pagare mutuo:
F, residente a Rimini, aveva acquistato una casa nel 2005 con un mutuo di 150.000 euro. Per anni, è riuscita a gestire le rate mensili, ma un improvviso cambiamento lavorativo, seguito da un periodo di disoccupazione, l’ha messa in seria difficoltà economica. Oltre al mutuo, Francesca aveva accumulato altri finanziamenti e debiti per circa 50.000 euro.
Il mutuo residuo era ancora di 120.000 euro, ma con il tempo si era resa conto che il contratto di mutuo conteneva clausole poco chiare e probabilmente illegittime, specialmente riguardo agli interessi applicati. Francesca si trovava ora con l’incubo di perdere la sua casa e senza un modo chiaro per risolvere la sua situazione debitoria.
Dopo un’attenta revisione del contratto di mutuo, l’avvocato dello studio scoprì che la banca aveva applicato interessi superiori a quanto legalmente consentito e inserito clausole poco trasparenti.
Lo studio legale fece eseguire una perizia tecnica che evidenziò le irregolarità del contratto, permettendo di contestare legalmente gli interessi e le condizioni imposte dalla banca. Dopo mesi di negoziazioni serrate, lo studio riuscì a ottenere una riduzione significativa del debito residuo.
Nel frattempo, F. trovò un acquirente per la casa, che fu venduta per 90.000 euro. Grazie alla negoziazione condotta dallo studio, la banca accettò di chiudere il debito con un pagamento di soli 50.000 euro. Questo permise a Francesca di estinguere il mutuo e di utilizzare i restanti 40.000 euro per saldare altri debiti e ricominciare da capo con una base economica più solida.
Riduzione saldo e stralcio finanziamento Agos:
Il Sig. M., un lavoratore autonomo residente a Rimini, aveva accumulato una posizione debitoria significativa nei confronti di una società finanziaria Agos per un totale di circa 25.000 euro. La somma era derivata da un prestito personale che, a causa di difficoltà economiche, M. non era più in grado di rimborsare regolarmente.
Negli anni, M. aveva subito pressioni da parte delle agenzie di recupero crediti che avevano assunto la gestione del debito. Queste pressioni avevano aggravato ulteriormente la sua situazione finanziaria e personale. Alla fine, il debito era tornato all’ufficio contenzioso lasciando M. senza alcuna via d’uscita apparente.
Gli avvocati dello studio, dopo aver esaminato attentamente il contratto di finanziamento, scoprirono che vi erano delle clausole che potevano essere contestate, in particolare quelle relative agli interessi applicati e alle condizioni di mora.
Lo studio legale, facendo leva sull’Art. 644 del Codice Penale (usura) e sugli articoli 1815 e 1284 del Codice Civile (interessi legali e anatocismo), avviò una contestazione formale nei confronti di Agos, contestando la legittimità degli interessi applicati al debito del Sig. M.. In base a queste disposizioni, se il tasso d’interesse applicato supera il tasso legale di usura, l’interesse è considerato nullo e non dovuto.
Dopo mesi di negoziazioni e uno scambio intenso di documentazione e perizie tecniche, lo studio riuscì a dimostrare che parte degli interessi applicati al debito del Sig. M.erano illegittimi. La Agos lungo e costoso contenzioso, accettò di ridurre significativamente l’importo del debito, proponendo una chiusura a stralcio.
Alla fine, il debito originario di 25.000 euro venne ridotto a 7.000 euro, un risparmio netto di 18.000 euro. Questa soluzione permise a M. di estinguere il debito con una cifra sostenibile e di riprendere il controllo delle proprie finanze.
Questo caso dimostra l’importanza di un’assistenza legale qualificata nella risoluzione delle controversie debitorie, sfruttando a pieno le tutele offerte dalla legge italiana.